giovedì 9 aprile 2015

Il 09 Aprile del 2014 ho scritto un post, dove parlavo della WIN spa.

E' passato un anno esatto da allora. Un anno e tante cose, persino un matrimonio, il mio.

Quel post ha ricevuto un totale di 6872 visite e 309 commenti. Un'assoluta eccezione in un blog personale senza alcuna velleità. Sembra strano in effetti, ma nella rete si parla di WIN spa solo qui e nel blog "l'ultimo camerlengo".
Tutti gli altri link sono siti farlocchi che fanno pubblicità di bassa qualità a questo servizio e non offrono la possibilità di commentare.

Un po' di cose che sono emerse in quegli oltre 300 commenti:

1. La WIN spa è ancora viva e continua ad operare.
2. Alcune cose sono cambiate e l'offerta è un po' meno conveniente rispetto a prima. Ad esempio è prevista una fee di ingresso obbligatoria, hanno tolto gli sconti sui carburanti e altri servizi di prima necessità.
3. Sembra che il bilancio presenti un po' di problemi.
4. E' stato ammesso che il servizio è tutt'altro che gratuito per gli esercenti. Sono loro a pagare il servizio in cambio di pubblicità (di nuovo: di dubbia qualità) all'interno del circuito. Inoltre ricevono l'accredito per i servizi resi ai clienti WIN dopo 90 giorni, che in tempi di crisi economica non sono proprio una bazzecola.
5. Sono molti gli scettici e molti accusano il servizio di truffa. Si tratta di segnalazioni anonime quindi lasciano il tempo che trovano ma il fatto che siano così numerose fa comunque pensare.
6. I pochi entusiasti del servizio offerto dalla WIN spa non sono sembrati in grado di affrontare un dialogo costruttivo e di rispondere alle pur lecite domande sul funzionamento della società.

Mi trovo costretto a ribadire la mia estraneità alle accuse di truffa, ma certamente i sospetti su questo tipo di società sono molti.
La WIN spa non è la prima ad operare in un modo poco chiaro, né sarà l'ultima.
Ad esempio nei giorni scorsi sono stato invitato a partecipare alla presentazione di un'altra società: la Vantage Group (ma tutte io le becco? boh, pare di sì, avrò una faccia da allocco)

La società si presenta con questi termini: "un network di alta qualità", "una fantastica opportunità per segnare la differenza nella rivoluzionaria idea del network marketing", "partecipa anche tu per rendere possibile la tua libertà economica" (tutte frasi reperibili sul loro scarno sito internet)

Non suona vagamente familiare?

Beh fatto sta che l'idea rivoluzionaria della Vantage Group che mi è stata proposta è quella di comprare un'auto pagando solo 290€. Assicurazione e benzina INCLUSE per 5 anni. E non parliamo di macchine vecchie o usate, ma di Smart, Micra e svariate altre auto fresche di concessionario. L'idea sottostante questa sensazionale offerta è che il resto delle rate della macchina le pagherebbe la stessa Vantage Group a patto che si accetti di avere una macchina tappezzata di pubblicità.
Un'offerta senza dubbio allettante con la crisi che c'è in giro.

Purtroppo non so dirvi di più perché la mia mogliettina mi ha vietato di partecipare al meeting di presentazione ("ma se pensi sia una truffa, perché ci vuoi andare? che razza di malattia hai?"). Va comunque da sé che una simile iniziativa mi ha ricordato ancor di più lo schema Ponzi e le truffe vecchio stile (roba proprio ante-web).
Inoltre su facebook sono presenti un po' di foto di questi convegni della Vantage Group e i commenti entusiasti degli aderenti. Avete presente i commenti "standard" dei win maker? ("sensazionale", "finalmente mi sento libero", "la win mi ha cambiato la vita" blablabla)
Ecco: la stessa roba.

Chissà perché mi puzza di bruciato.

mercoledì 1 aprile 2015

Ho ritrovato questo articolo che avevo scritto un anno fa, quando andai a vedere per la prima volta una lezione di Franco Nembrini sulla Divina Commedia.
Lo pubblico ora, tanto è sempre attuale.


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A me uno che riceve la critica di "proporre una lettura eccessivamente cristiana della Divina Commedia", sta simpatico di default. Sono un cazzo di snob, uno di quei principini so-tutto-io con la puzza sotto al naso, quindi è naturale per me provare una speciale empatia verso chi si ritrova vittima di preconcetti così scemi.
Insomma, la prima volta che l'ho incontrato ammetto che partivo ben predisposto. Anche perché aveva la fama di essere "quello che ha insegnato la Divina Commedia a Benigni", e vuoi mettere? Una cosa così, ai principini so-tutto-io, non può che mandarli in brodo di giuggiole. Vedere cosa c'è dietro, scoprire il trucco, sai che fico poi da raccontare in giro?

E insomma sono andato a San Bernardo da Chiaravalle a sentire la lectio magistralis di Franco Nembrini su Dante e sulla Divina Commedia, pure se avevo un'oretta scarsa a disposizione per via di alcuni impegni pregressi.
In un teatro parrocchiale stipato all'inverosimile (4-500 persone, credo) Franco si è seduto in cattedra ed ha iniziato a parlare.

La prima cosa da dire è che alla fine, della Divina Commedia, non ha letto nemmeno una riga. Ha fatto invece un excursus di un'ora e mezza abbondante sulla vita di Dante, sull'epoca in cui ha vissuto, sul Dolce Stil Novo. E poi ha concluso spiegando la genesi della Divina Commedia, cosa significhino per Dante quelle stelle che chiudono l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, e come siano strettamente collegate con il desiderio (de-sidera).
Sono rimasto a bocca aperta dall'inizio alla fine, inchiodato alla sedia. Poche volte in vita mia ho sentito parole così forti e illuminanti come quelle sull'importanza salvifica che hanno i nostri desideri nel più grande piano della salvezza eterna. Ha letteralmente ribaltato la prospettiva, facendoci vedere come la discesa all'Inferno di Dante non sia altro che un viaggio di sola salita, da una parte del mondo all'altra, fino al Purgatorio e poi al Paradiso. Mi ha rivoltato come un calzino quando ci ha fatto vedere (ma sarebbe meglio dire "mi ha fatto vedere") come il viaggio di Dante verso il Purgatorio sia stato fatto in un altro modo da un personaggio che è il mio preferito della storia universale della letteratura: Ulisse.
Con una differenza sostanziale: che il viaggio di Ulisse è stato fatto aggirando il problema della discesa agli Inferi, che è sempre un affare un po' scomodo.
E non è certo un caso che il suo viaggio termini con un naufragio, perché a questo porta la superficialità dei viaggi di chi vuole conoscere tutto meno che sé stessi.

(apro una piccola parentesi: l'unico telefilm che io abbia mai seguito ed amato è stato Lost, che pure con Ulisse ha molto a che vedere, in particolare nel personaggio di Desmond, il mio preferito)

Non so bene come abbia fatto, ma all'uscita dalla lezione mi è sembrato di essere, per la prima volta, un po' più chiaro a me stesso. E una cosa del genere non puoi chiederla ad un normale professore, andrebbe chiesta ad altri, a Dio magari. O più propriamente, non si può chiedere ma si può accogliere, come un dono.

Mi aspettavo una bella lezione, e ho ricevuto invece in dono una delle più belle catechesi che abbia ascoltato, arricchita dell'esperienza di Nembrini come uomo e come professore.
Ovviamente ho fatto tardi all'appuntamento che avevo.
In compenso mi sono comprato il cofanetto con tutti i dvd delle sue lezioni su Dante, oltre ai biglietti per tutti i prossimi incontri.

sabato 4 ottobre 2014

Erano gli ultimi istanti di quella
che da allora in poi
avrebbe chiamato
la sua vita precedente.




Vado a sposare Arianna.
Ciao.

sabato 30 agosto 2014

Appendice C
Tappa della solitudine

Una volta tornati a Roma, ho chiesto a Marco di raccontarci come fosse andato il suo viaggio in solitaria da Samos a Sarria.
Quella che segue è la sbobinatura di tale racconto.

Alle 2.30 apro gli occhi, mi giro e vedo che al mio fianco non c'era mio fratello, dall'altra parte non c'era l'altro mio fratello. Vabbé no, così fa schifo.
Partiamo dalle 6.
Dopo aver parlato con Francesco sulle problematiche di Paolo decido di avviarmi per la tappa successiva da solo mentre loro mi avrebbero raggiunto in taxi. Raccolgo la borsa e gli scarponi e mi avvio in solitudine. Dopo 500 metri di strada asfaltata inizia un sentiero buio e avvolto dalla nebbia. Mi accorgo di essere seguito da un inglese e uno spagnolo che parlavano solo la loro lingua. Porca miseria, nessuna tedesca!
Dopo aver percorso 6/7 kilometri in silenzio - già è tanto se parlo italiano! - finalmente arriva la luce del giorno e posso aumentare il passo lasciandoli indietro. Durante il sentiero incrocio un cancello: un cane si avvicina ringhiando ed io, facendo un elegante gesto dell'ombrello, proseguo dritto.
30 secondi dopo trovo un altro cancello, aperto, con due cani che si avvicinano minacciosi. Tra me e me penso all'utilità di quel fantastico bastone comprato 2 giorni prima ma lasciato inavvertitamente al rifugio. Scelgo la via diplomatica. Come un novello San Francesco dialogo con le bestie che si tranquillizzano e mi lasciano continuare il mio solitario cammino. Incrocio un cartello con la fauna del bosco che sto attraversando. Tra gli animali indicati ne spiccano due: lupi e cinghiali. Ripenso al dialogo fatto con Francesco il giorno precedente: "Francé, ma c'è mai morto qualcuno nel Cammino di Santiago?", "Sì, per calamità naturali". Oh cazzo!
Finalmente, dopo una mezz'ora di panico, intravedo la città e mi accorgo di essere in anticipo di due ore rispetto al nostro appuntamento. Provo a chiamare i miei fratelli ma il cellulare misteriosamente non funziona. Decido di aspettarli davanti all'ospedale ma mi accorgo che nel mese di agosto è chiuso (come un cretino avevo sbagliato reparto!)
Vedo una cabina telefonica e decido di chiamarli da lì, ma non riesco a farla funzionare e desolato cammino nella città cercando un punto di ristoro. Finalmente la brillante soluzione: mi collego via wifi a whatsapp e riesco a comunicare coi miei fratelli. Dopo aver mangiato un ottimo panino al bacon accompagnato da uno zumo de naranja (succo d'arancia) (tante grazie cafeteria central!) e dopo essere riuscito a ricaricare il cellulare riesco a raggiungere il reparto dove si trovano i miei fratelli.
Dopo questa avventura mi viene da ripensare alle parole del tizio che ci ha dato le credenziali del pellegrino: "il miglior numero per fare il cammino di Santiago è un numero dispari inferiore a tre".
......che gran cazzata!!
Appendice B

Un elenco di persone/personaggi che, purtroppo, dimenticheremo:

- Il tizio delle credenziali
- Il vecchio che ha preso e se n'è andato dalla fila al bancone Vueling
- La serial killer con il padre
- Il tizio della vueling (che ha risposto alla serial killer con un tono decisamente troppo gaio "sono disgustato da una persona come lei")
- L'angelo cocainomane
- I due pellegrini barboni
- L'hospedalero inquietante di Pereje
- La ragazza di Vicenza che si è fatta tutto il Cammino dall'inizio (e ha dichiarato l'ultimo percorso "una gran cazzata" mentre noi ancora ansimavamo sul letto)
- La lesbicona cicciona (ma cattolica!)
- L'avvocato marchigiano
- La coppia pigra di Livorno ("no vabbè, noi ci alziamo con calma, alle 9.30, 10.00...non ci corre dietro nessuno")
- La donna inglese bionda a cui Paolo a tirato una mela durante la cena
- La barese estetista
- Il gruppo con le magliette uguali ("los pies no son del cuerpo") con la signora nudista (puoi immaginare un risveglio più traumatico?)
- Le tedesche (!)
- Il prete brasiliano che ci ha dato una penitenza che non faremo
- Il tizio di Verona che ci incitava a proseguire oltre Santiago ("non potete perdervi Finisterre...è magica cazzo!")
Appendice A

Tappa 6
Lloret de Mar





SODOMA


E

GOMORRA














Quest'estate mi sono sbagliato.
Tappa 5
Sarria --> Barcellona (passando per Lugo, Logroño, Lloret)

A Sarria prendiamo una stanza in un hotel per passare decentemente la notte. Ormai c'è un solo imperativo: bring the boys back home!
Il prima possibile, vivi e con tutte le dita dei piedi, se possibile. Il problema è solo capire come fare.
Abbiamo un biglietto del treno che si può cambiare, ma non ci sono treni a disposizione. Autobus: manco a parlarne.
"Provate ad andare a Lugo in pullman. Da lì troverete sicuramente qualcosa, un treno o un pullman."

E vabbé, proviamo. Arriviamo a Lugo all'ora di pranzo, in tempo per scoprire che no, non ci sono né treni né pullman disponibili. L'unica soluzione che ci resta è l'Avis. Viaggio in macchina Lugo-Barcellona, mille chilometri da macinare il prima possibile.
Ci fermiamo a Logroño per la notte.
Il giorno dopo - con una stupidissima multa da 100 euro sul groppone, fottuta guardia civil - arriviamo all'ora di pranzo a Barcellona dove incontriamo Marco e Flavio, turisti dispersi di un'estate sbagliata.

(Ecco cosa: quando racconterò a qualcuno cosa ho fatto nell'estate 2013 dirò proprio così: "mi sono sbagliato")

Proviamo a cambiare il biglietto di ritorno a Roma. Proibitivo: costa 500 euro. Prendiamo i biglietti per il giorno dopo, che costano un terzo. Va bene la fretta ma abbiamo già buttato troppi soldi negli ultimi giorni, la mia carta di credito invoca pietà (e meno male che il cammino di Santiago è super-economico!).

A questo punto resta solo una cosa da fare: dirigersi a Lloret de mar per una notte da sballo assieme ad Alessandro e Daniele. Io, Marco e Flavio prendiamo un appartamento per 4 giorni dove ospitiamo i miei fratelli per la loro ultima notte spagnola.
Il giorno dopo li accompagniamo all'aeroporto, e finisce tutto così, semplicemente.

Un cammino di Santiago senza Santiago in un'estate sbagliata senza capo né coda.

Sarà per un'altra volta.