domenica 24 dicembre 2006

Christmastime has come


 


E' arrivata la vigilia. E come da tradizione ormai ben consolidata, tra poco piazza bologna riceverà in dono delle copie di un cd. Non un cd qualunque, ovviamente, bensì "A letter for the star" dei miei sempre amati "Polar". Mi piace considerarlo il mio regalo di natale per dei perfetti sconosciuti.


Questa volta, a differenza degli anni passati, inserirò nel cd un riferimento a questo blog. Di certo non per pubblicità, dal momento che questo blog resterà non aggiornato per chissà quanto tempo, quindi poco mi interessa di vedere incrementato quel contatore lì. Però mi piace l'idea che chiunque venga in possesso di quel cd possa avere un posto dove andare per commentarlo. Anche se gli fa cagare, si intende. Che poi sappiamo benissimo che non accadrà nulla di tutto ciò. Intendiamoci, nessuno al giorno d'oggi raccoglierebbe mai un cd trovato per strada, tantomeno lo ascolterebbe. Figurarsi andare a commentarlo sul blog di uno sconosciuto qualsiasi.


Ma è pur vero che non si sa mai.


 


Metti che.


 


 


In caso ascoltatevi almeno la traccia numero 3.


 


E la 6.


 


Poi fatene quel che volete. Se vi piace, compratevelo o fatevene una copia. Se non vi piace buttatelo. Certo non nascondo che sarebbe fantastico se quel cd iniziasse a girare, messo in moto da altri pazzoidi come il sottoscritto, e con quel cd iniziasse a girare la musica di questi ragazzi spagnoli che hanno davvero molto da dire.


 


Ah, e se per caso temete dell'illegalità di questa cosa, sappiate che gli stessi polar mi hanno accordato il permesso per farlo.


No, non scherzo.


 


http://www.polartheband.com/conciertos.php?ref=junio2006


 


 


Detto questo, auguri sinceri di buon natale, chiunque voi siate, ovunque voi stiate.

mercoledì 30 agosto 2006

Sto pensando che forse non mi riprenderò mai, completamente.







E' tutto diverso ora.



E' tutto diverso dopo Paranoid Android e dopo Fake Plastic Trees e dopo Idioteque e dopo Karma Police e dopo Airbag e dopo Everything In Its Right Place e dopo...



Nulla sarà più lo stesso.



Dopo.





Il pogo allucinante tra Beck e i Radiohead, la puppet cam, bubu che grida "MEGANOIDI" prima di essere inghiottito dal vortice di persone, l'ipnosi collettiva di idioteque, this is really happening, happening, happening, orsi sul palco e marionette, tutto tutto tutto

indimenticabile.



E perchè non allargare l'obiettivo. Non solo il festival, non solo il campeggio, non solo la discoteca, le gomitate sul volto e le capriole nel fango, non solo lo show dell'immenso surio o le tamburellate sul tavolo in compagnia di una moltitudine di ubriaconi, c'è molto, molto di più.





C'è Parigi, dietro, ad esagerare un'esperienza già di suo ineguagliabile, e ci sono quattro persone che stanno facendo la storia - almeno, la loro di storia - quattro giganti alla ventura, non può che essere un successo, e infatti un successo lo è stato, un vero trionfo, tout court.



E allora lo faccio, mi prendo il lusso di allargare ancora di più l'obbiettivo, perchè quando sono tornato ho trovato persone che non credevo avrei mai rivisto in vita mia e questo merita di essere detto, e ripenso a tutto questo, a quest'estate, a questi mesi, e anche se sembra stupidamente esagerato o esageratamente stupido, provo a dire quello che mi gira, da un po', nella mente.








In questi mesi sto vivendo


la vita


più


bella


del


mondo.

giovedì 20 luglio 2006

mercoledì 19 luglio 2006

GIURO che io, mia sorella e le sue amiche abbiamo cercato pochi secondi fa di modificare la data del nostro viaggio per tornare tra quattro/cinque giorni.


 


La frase: "Puoi modificare i nostri biglietti fino a 2 ore prima della partenza" riportata sul sito della vueling ci aveva illusi.


 


Però costava 30 €.


A persona.


Più la differenza tra i vari voli.


Ovvero un centinaio di euro.


Sempre a persona.


 


 


Non se po' fa.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


Martina dice: "Mortacci loro, che je potesse pijà un corpo".

martedì 18 luglio 2006

Non sappiamo se ce l'abbia fatta a farsi la Laura, ma almeno la laurea, quella sì.


E s'è beccato pure un bel 102.


 


Complimenti a ser bubu, dunque.


 



 



 


...e cento(due) di questi giorni!

sabato 15 luglio 2006

I saluti, take 2


 


Se n'è andato David, se n'è andata Marianna, se n'è andata Irene, se n'è andata Giulia, se n'è andata Cristina. Presto andranno via anche Carmen, Cris, Francesco, Alessandro, Silvia e tutti gli altri.


 


Che non sono fatto per queste cose lo sapevo bene, e questo erasmus non fa che confermarmelo.


 


Ho un anima debole, che anche uno sguardo può lacerare. Figurarsi degli abbracci alle 8 di mattina a delle persone che non so se e quando rivedrò, pur avendo condiviso con loro un'esperienza così forte.


 


 


 



 


 


 


Chissà se poi è vero
che le stagioni svaniscono
con la felicità che ti sfugge inavvertita
come sabbia tra le dita

Se c’è da ricordare
è per tutto quel male banale
così, per fare
che ci siamo detti
e che ci siamo fatti

Ma il corso del giorno
che scrosta parole
e cancella l’inchiostro
coi complicati pretesti del come

La vita nelle tasche
come laghi chiusi in vasce
trabocca per natura
non la puoi arrestare

Lo scopri solo dopo
che amarsi dal silenzio
non è tanto un’impresa
Vittoria contro resa

Ma il corso del giorno
che scrosta parole
e cancella l’inchiostro
coi complicati pretesti del come

E resta solo il cuore spalancato su di te
che sei il mio nutrimento tendente all’infinito
ne hai abbastanza di parole
e dei complicati pretesti del come


 

giovedì 13 luglio 2006

Questo blog è solidale con Federico "bubu" Orsini, il quale doveva discutere la propria tesi oggi stesso ed invece tutto è stato rimandato a data da destinarsi per via di un'incomprensione con la professoressa.



Cose che capitano, evidentemente, anche se a noi poveri mortali sembrano semplicemente cose assurde.




Di contro, oggi dovrebbero laurearsi mio cuggggino e Giovanni Draghi (storico visitatore del blog che una volta lasciò addirittura un commento). Speriamo ce l'abbiano fatta, a questo punto. Complimenti.

lunedì 10 luglio 2006

Notti magiche


 


Come richiesto dall'immenso Emmesurio:



Forse non sarà una canzone
a cambiare le regole del gioco
ma voglio viverla così quest'avventura
senza frontiere e con il cuore in gola.
E il mondo in una giostra di colori
e il vento accarezza le bandiere
arriva il brivido e ti trascina via
e sciogli in un abbraccio la follia.
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
e negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più!
Quel sogno che comincia da bambino
e che ti porta sempre più lontano
non è una favole e dagli spogliatoi
escono i ragazzi e siamo noi.
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
e negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più.
Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un'estate italiana
e negli occhi tuoi
voglia di vincere
un'estate
un'avventura in più!
Un'avventura in più!
Un'avventura... goal!


 


 


CAMPIONI DEL MONDO


CAMPIONI DEL MONDO


CAMPIONI DEL MONDO


 





domenica 9 luglio 2006

I'm so sick of goodbyes


 


if I could just keep my stupid mind together
then my thoughts would cross the land for you to see
no one sees you on a vampire planet
no one sees you like I do



seconds click in which I'm changed to dust
withered roots of knots and hairy rust
no one sees you on a vampire planet
no one sees you like I do



I'm so sick
of goodbyes, goodbyes
I'm so sick
of goodbyes, goodbyes
goodbyes



the night comes crawling in
on all fours
sucking up my dreams
through the floor



I'm so sick
I'm so sick
of goodbyes



I'm so sick
of goodbyes, goodbyes
I'm so sick
of goodbyes, goodbyes
I'm so sick, so sick, so sick
of goodbyes, goodbyes
so, I'm so sick


 


 


 


 


Se n'è appena andata una delle persone a suo modo migliori che abbia conosciuto in questo erasmus.


David, il folle svedese coi rasta.


 



“Non mi piacciono i saluti perciò andate a fanculo e hasta luego”


 


 


Non so se lo rivedrò mai. Probabilmente no, ma non si può mai sapere.


 


Le cose belle finiscono, ed è giusto così, anche se dispiace. Ma se non si provasse un po' di dolore alla fine di qualcosa - qualunque cosa - probabilmente non varrebbe la pena di averla vissuta.


 



Alcuni giorni fa abbiamo fatto un barbecue all'albaizin, così, per salutarci un po' tutti, anche se ci si rivedrà altre volte prima di partire del tutto. Ridere, bere e scherzare non è mai facile quando girano fogli di carta, qualcuno ha una penna?, dammi il tuo numero - quello italiano intendo! -, no msn non ce l'ho ma giuro che lo metto, dai poi vi mando un'e-mail con tutti i contatti, forza tutti qui a scattare l'ultima foto, oh, poi inviamela, mi raccomando, tu me l'hai firmata la bandiera?, ma sì, tanto poi, alla fine


ci rivedremo eh...


 


 


E tutto ciò era dannatamente bello.


Triste, sì, decisamente.


 


Ma bello.


 


It's a sad and beautiful world, diceva Mark Linkous citando Benigni.


 


In quel barbecue all'albaizin ho finalmente capito cosa intendeva.


E più passa il tempo, in questi ultimi giorni tristi e meravigliosi in cui uno svedese che parte è capace di spingermi a scrivere un post del genere, e più quella frase mi entra dentro.


 


 


Non c'è niente di più bello delle cose belle, quando finiscono.


 


 


 


 


 


Scrivere un post triste parlando di bellezza in uno dei periodi migliori della mia vita è strano. Le parole non escono facilmente, ma va bene così.


 


D'altro canto, stasera abbiamo una finale a cui pensare.

mercoledì 28 giugno 2006

E dopo aver ringraziato la Francia per aver eliminato i chiassosi spagnoli da questo mondiale, tutti a tifare Argentina.


 


Fottuti tedeschi.

Poco fa avevo scritto un post lunghissimo sulla fiesta del agua y del fuego.


 


Il fottuto splinder si è mangiato tutto.


 


Tutto.


 


 


Beh, poco conta in fondo.





Come dicevo e come ho detto più volte a tutti voi, non potrete MAI capire.


 


 


 


Che dire di più...


 


 


Se semo bagnati.


 


 


Ma popo tanto.


 


 


 


E se semo divertiti.


 


 


 


Ma popo tanto.


 


 



 



 



 




 

sabato 17 giugno 2006

Come on, everybody let's rock



 


"Dove sei?"




"Sul pullman, per strada, a circa un'oretta da Granada. Quando posso mi collego. Ci sentiamo dopo"





Quando ho scritto quel messaggio, ero su un pullman, per strada, a circa quaranta minuti dalla stazione Termini. Sabato mattina, ore 11.30 circa. Il mio fine settimana era appena iniziato, anche se sembrava passato un anno da quando ero partito da Granada. L'unico a sapere del mio arrivo, mio fratello, è sceso a prendermi un'oretta dopo per il "mega sorpresone". Ovviamente è andato tutto benissimo. Non credo dimenticherò mai la faccia dei miei fratelli o dei miei genitori o di marco o di bubu o i loro commenti, i loro "tu sei pazzo, ma che diavolo ci fai qui??". Solo per questo sarebbe valsa la pena di montare il grande ambaradan.





 


 



 


 



 


 


 


 


 



 


 




E invece c'è stato dell'altro. Molto altro.




Dopo il saluto con familiari et amici c'è stato il matrimonio di Matteo, il primo matrimonio di uno di noi, eterni ragazzini figli della prima di Sant'Igino, e se ci penso, ancora non mi sembra vero. Ho incontrato persone che non vedevo da due o quattro anni. Mi sono autoinvitato al pranzo di nozze e ho mangiato a scrocco quattro sorbetti al limone che erano la fine del mondo. Ho giocato una partita del nostro storico torneo vincendo e aprendo le marcature (se non ci credi clicca qui, riquadro in basso a destra) con un gol frutto della mia solita goffaggine. Dopo la partita mi sono fiondato all'aereoporto accompagnato dai sempre fedelissimi Marco Surio e Costantino. Pensavo che quel fine settimana incredibile avesse finito di regalarmi emozioni ma mi sbagliavo.




Eccome se mi sbagliavo.




Mentre scendevo dal treno termini-fiumicino è precipitata, non so in che maniera, l'ennesima idea folle e geniale.




"Ma quasi quasi me ne vengo con te"




Costantino, il pazzo.




"Ma sì dai, che ci vuole...compriamo il biglietto adesso e vieni..."




Francesco, che un po' scherza e un po' fa sul serio.




"Io dico sul serio..."



 


"Se lo fai davvero sei il mio eroe"





L'ha fatto.










E' un mito.




Ha fatto una cosa enorme, è partito di punto in bianco portando con sè solo un marsupio e la voglia di vivere un'avventura enorme, e si è regalato, CI ha regalato una settimana da favola, all'insegna del divertimento puro - cose che non vedevo da anni - e non finirò mai di ringraziarlo per il suo coraggio.



I dettagli li rimando ad un futuro ed ipotetico aggiornamento del blog. Ora come ora posso solo dirvi che è stata una figata incredibile ma non credo che potrò mai farvi capire di più.




(perdonate le facce, ma la foto è stata scattata alle ore 5.42 di lunedì scorso, alla stazione di madrid dopo una notte insonne in attesa dell'autobus)



 


martedì 13 giugno 2006

Comunicazione di servizio


 


La cronaca del mio folle fine settimana al momento termina qui. Devo ancora descrivere 3 giornate una più folle dell'altra. Lo farò quando troverò il tempo e le parole.

Ore 10.42
11/06/2006


 


Tranquillamente nella top 3 dei migliori fine settimana di sempre, e ancora non è finita.


 



 


 



Riprendiamo un po' il filo da dove l'avevo lasciato...dalle 13.30 in effetti ho studiato, come avevo scritto - eccezion fatta per un'altra pennichella digestiva tra gli occhi sbigottiti ed increduli dei passanti. Alle 17.30 la prova audio diventa più consistente e dai versi gutturali riportati sopra si passa all'uso di chitarre e batteria.


 


Poche note per rendermi conto che i Polar sono arrivati.


 


Mi alzo dalla mia panchina, chiudo il computer e mi dirigo nel backstage, fortunatamente aperto e vigilato da un solo guardiano un po' assenteista. Quando scendono dal palco mi dirigo a passo incerto verso il batterista e mi presento: "Jesus? Sono francesco, il ragazzo italiano che ti ha scritto un po' di e-mail"
Ecco, a dirla tutta mi sarei accontentato anche solo di questo.


Semplicemente stringergli la mano e ripetergli a voce quanto fossi innamorato di quel "A letter
for the star", piccola gemma nascosta nell'oceano (mare) della musica indie.


 



E invece.


 


E' contentissimo di conoscermi, mi offre una birra e si inizia a parlare.  Di musica.


E anche un po' di vita.


Un'ora e mezza dopo siamo ancora lì al banco, discutendo dei Low che dovevano andare a Benicassim e suonare come ospiti in un loro disco e invece poi non s'è fatto più nulla, fondamentalmente perchè sono degli idioti.



E' ora di sederci un po' e chiacchierare con gli altri elementi della band per  un'altra oretta abbondante nella quale mi rimediano un invito per il backstage.


 


"E' il minimo che possiamo fare per un'italiano venuto da Granada per vederci"



Inizia il festival, ma ad aprirlo sono due gruppi di trash-death-nu-metal che ci risparmiamo tranquillamente per gustarci le leccornie preparate nel camerino dei polar.


 


 






Poi, finalmente, arriva il loro momento ma questo evito di descriverlo, semplicemente
perchè le mie parole non saranno mai sufficienti.




 


 


 


 


 


 




Il resto del festival prosegue così, avanti e indietro tra backstage e pubblico, ridendo e scherzando con tutti - elementi della band, staff e gente varia - finchè arriva il momento dei saluti.


Ho un aereo la mattina dopo e devo ancora trovare il modo di arrivare all'aereoporto.


Chiamerò un taxi penso.



Chiamerò un taxi, dico a Jesus, che mi chiede che abbia intenzione di fare.



Ma scusa, ma l'aereo a che ora ce l'hai?


E' la ragazza di Jesus che interviene.


Ehhh, ce l'ho domattina, parte alle 9 e 30.


E' perplessa.


E quindi che fai? Passi tutto quel tempo lì? E dove dormi?


Ehhh...boh...


Ma smettila, vieni a dormire da noi!


O.o


Ma noooo...ma ti pare? Ma non posso accettare..


Ma sì, abbiamo un letto, giusto jesus? C'è quel letto...e domattina ti svegliamo noi, prendi un taxi e vai all'aereoporto!



Ma...ma...


Dai su, andiamo!


 


 


Alle 3.00 ero in casa di Jesus, a contemplare la più vasta, completa e incredibile collezione di musica che abbia mai visto.



Alle 3.33 ero seduto sul letto, il computer tra le gambe, esausto e felice.



Alle 7.20 Jesus mi salutava regalandomi un po' di dischi fuori produzione dei Polar e altri due album che ancora non ho avuto modo di ascoltare.








Grazie Jesus. Come ti ho promesso ci rivedremo.


 


 


E grazie di tutto, Polar.

Ore 3.33
10/06/2006


Mamma mia, mamma mia, mamma mia.
I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E.
Domani racconterò tutto.

Ore 13.20
09/06/2006


Non è stata proprio una passeggiata - anche perchè, in giro per la città questo Mimed Festival 2006 non è pubblicizzato per niente - ma alla fine l'ho trovato. E' anche una cosa abbastanza in grande, a quanto vedo. Ovviamente è tutto chiuso e mentre i tecnici montano transenne e quant'altro, c'è un ragazzo in maglietta azzurra e occhiali fighissimi che si diverte a vedere le loro facce mentre chiede: "scusate, sapete i polar quando arrivano?"



Per il resto, nelle ultime ore ho fatto vita da barbone, vagando per la città e dormendo prima su una panchina (la stessa dalla quale ho fatto il resoconto di cui  sopra) e poi direttamente su un prato, dietro le transenne dove stanno facendo in questo momento la prova microfoni



"Ah ah ah ah, eh eh eh eh...sì sì...ah ah eh eh ehola ya eyà...ehola ehola sì...ye"


Mi sono pure preso due paninozzi da Mercadona (ma uno lo lascio per la cena...o almeno per merenda) insomma, non posso proprio volere nulla di meglio dalla vita.



I tecnici mi guardano sempre peggio...mò che starà a fa quel cretino col computer??



Mmm...forse è meglio studiare un po', visto che ho tempo...



(ehhh ehhh....eehhhyà...ohohoh...)

Ore 7.54
09/06/2006


No, non sono morto nè svenuto.



Nel preciso momento in cui mi accingevo a concludere quel mio primo resoconto ho alzato lo sguardo dal monitor e ho visto tre sagome decisamente familiari: Juan Carlos, Sisa e il piccolo Josè.



Sono venuti a salutarmi.


Dice Sisa che per un figlio l'avrebbe fatto.


Mi sono commosso.


Diciamo che non poteva esserci modo migliore per iniziare quest'avventura.



Ieri scrivevo che da Valencia, in qualunque maniera, sarei arrivato a Mislata. Mi sono informato, è più
semplice del previsto: c'è una metro. E quindi adesso me la sto prendendo comoda, seduto su una panchina in un parco al quale ho scattato una foto, così, giusto per metterla nel blog come prima tappa del viaggio.


 


 


 


 


 


Ho dormito poco, come temevo. Il cielo, appena arrivato, era nero e sembrava impossibile che sarebbe potuto migliorare. E invece sta già uscendo un bel sole. Se non fosse che ho un cagotto che mi sta divorando direi che va tutto alla perfezione.

Ore 23.06
08/06/2006


Sono seduto alla stazione degli autobus di Granada. Il pullman con destinazione Valencia delle ore 23.30 non è ancora arrivato e ho deciso di tenere traccia in un file di testo di un po' di momenti di quello che si appresta ad essere di gran lunga uno dei migliori fine settimana della mia vita. Aspettative grandi quindi.



Vedremo se saranno realizzate.



Tutto ciò che so al momento è che questo pullman mi permetterà di essere a valencia alle 7 e 15 di domattina, 09/06. Da lì, in qualunque maniera, arriverò a Mislata, paese

lunedì 5 giugno 2006

Poco fa ho cancellato - senza bloccarli, perchè sono freddo ma non un bastardo - e poi sono sempre aperto al dialogo  - - due contatti di msn.


 


 - adesso che ci penso, una persona bloccata tra i miei contatti c'è e nel suo caso, sì, sono un bastardo, ma è proprio tutta un'altra storia -


 


Se proprio avete il terrore di essere voi i malcapitati, chiedetemelo quando mi trovate online - ovvero: sempre fino ad oggi, molto meno sempre da domani - e vi rassicurerò al riguardo. Oppure no.


 


E se volete sapere il perchè, semplicemente è giunta l'ora di collegare il cuore al cervello - o meglio il cervello al cuore - una volta per tutte.


Per l'ennesima volta.


 




 





Ma c'è qualcosa di peggio di un post inutile come questo, ed è che non ci sono note, frasi, citazioni musicali in tutto ciò. Le ho cercate e non le ho trovate, rassegnandomi a mettere su un EP degli Okkervil River giusto per fare l'abbinamento con il nome del blog.






Ma non può essere tutto qui, deve esserci, devo trovare qualcosa.



 


 




E se qualcuno di voi sta pensando ad "Ho perso le parole" può andare affanculo sulla X in alto a destra. 


 


 


 


 


* In preda all'isterismo, interrompo "Just give me time" e metto su "Mogwai fear Satan" dei sempre-adatti Mogwai *



 


Se non c'è un testo che possa accompagnare un topic inutile, che ci sia almeno MUSICA, perdio.


 


 


 


In questo momento sto pensando anche che probabilmente, a poco a poco, i miei contatti di msn cadranno come foglie secche, e dai 45 che sono al momento, si ridurranno a quella decina davvero importante. Ed in fondo mi sembra giusto così.


 


 


* Stasera gira strana. Avevo intenzione di parlare di tutt'altro e rilegare la comunicazione di servizio della prima riga in fondo al post. Ma tant'è. *


 




 





Mentre i Mogwai picchiano, con le loro chitarre e la batteria e quant'altro, e tutto mi sembrano fuorchè persone che abbiano paura, e tantomeno paura di Satana, penso che un po' di giorni fa avevo scritto un post  e poi, come troppe volte ho fatto, non ho premuto il pulsante "pubblica il post", bensì ho evidenziato tutto il testo e premuto Backspace.


 


Parole.




Sprecate.


 


Insomma avevo scritto questo post ed iniziava parlando del fatto che stessi ascoltando questa canzone, e che mi sarei potuto mettere a piangere da un momento all'altro per la sua bellezza, e tutto questo senza che fossi triste o chissà che, e anzi rendendomi pure perfettamente conto della pietà di una cosa del genere. Ma era semplicemente un dato di fatto. Punto.


 


In quel post dicevo - tra le altre cose - che stranamente ero felice.


Semplicemente.


 


Felice.


 


 


* In fondo, credo di esserlo anche adesso *


 


 


Avevo scritto anche che ho deciso di fare una pazzia - non che sia una novità di questi tempi. I Polar dal vivo sono sempre stati un mio sogno proibito e coglierò quella che probabilmente sarà l'unica occasione della mia misera vita per togliermi l'ennesimo sfizio.


Venerdì prossimo, a Valencia.


 


 


* Mentre scrivo questo, Mogwai fear Satan gira per la seconda volta, ma adesso devo trovare una conclusione che sia abbastanza degna *


 


 


Ho scritto tanto e non ho parlato di niente.


 


 


 


Non è la prima volta.


 


Non sarà l'ultima.


 









- pensieri in libertà stasera -


 





 


 


scritto tanto, parlato niente, scritto tanto, parlato niente, scritto niente, parlato tanto.


 


 


 


 


 


On air: Sigur Ròs -


 


 


 


Freddo.

giovedì 25 maggio 2006

Good times for a change...


 


 



 


Ebbene sì. Come la maggior parte di voi avrà immediatamente capito guardando l'illustrazione, pare proprio che abbia trovato dimora.


Iniziamo dagli aspetti pratici: non avrò connessione internet, quindi potete fare ciao ciao con la manina alle mie vaccate su msn. Non che sia un male (anzi...) e comunque manterrò i contatti con chi di dovere tramite il poco-funzionale-nonchè-odiosissimo web messenger connettendomi dall'università. Al limite non potrò stupirvi con le mie imitazioni sempre nuove e sorprendenti (chi l'avrebbe mai detto che un fraenk qualunque avrebbe segnato un gol decisivo in una finale di champions?) ma credo che nessuno ne sentirà particolarmente la mancanza...


Comunque sarò in casa con un altro ragazzo di Roma col quale sto seguendo un paio di corsi, ragazzo tranquillo, maestro nell'arte della copiatura e dell'inculare i prof ma alla fine tranquillo, quindi se qualcuno già si stava preoccupando che sarei finito a condividere la dimora con il primo vladimir luxuria che capitava, può stare tranquillo.






E visto che siamo in vena di pazzie ultimamente....



   OR    


 


=


 



 


 


 


 


 


For a minute there


I lost myself


I lost myself

lunedì 22 maggio 2006

Casiotone for me


E mai titolo fu più geniale







25/03/06


Oggi camminavo e pensavo che se dovessi morire ora tutto ciò che vorrei sarebbe che un vecchio cantante lirico argentino cantasse “Here” dei Pavement in un punto qualsiasi del mondo, dedicandomela nella sua mente, e tutto ciò per la semplice frase: “Everything is ending here” che è la frase più triste e bella che io abbia mai sentito in vita mia, almeno in questo momento in cui mi sento triste e non so nemmeno io perché.


E tutto ciò potrebbe non avere un vero senso, in fondo, ma in fondo nemmeno la mia vita potrebbe averlo quindi perché preoccuparsi.


So solo che Dio – quel folle giorno che mi ha pensato – mi ha pensato strano. E quando morirò, lì dove tutto finirà, la prima cosa che gli chiederò sarà la spiegazione di quel buco di tristezza che mi prese un pomeriggio di una quindicina di anni fa senza più lasciarmi.


E forse tutto sarà più chiaro.


 





E quindi adesso, ricercando una qualche forma di coerenza, copio-incollerò il testo di questa canzone - che manco a dirlo è fantastica e proviene da uno dei migliori album di sempre - ma in realtà non so nemmeno io cosa dica. Non è importante. Non leggetelo nemmeno.






i was dressed for success
but success it never comes
and i'm the only one who laughs
at your jokes when they are so bad
and your jokes are always bad
but they're not as bad as this

come join us in a prayer
we'll be waiting waiting where
everything's ending here

and all the sterile striking it defends
an empty dock you cast away
and rain upon your forehead
where the mist's for hire if it's just too clear
let's spend our last quarterstance randomly
go down to the outlet once again

painted portraits of minions & slaves
crotch mavens and one act plays
are they the only ones who laugh?
at the jokes when they are so bad
and the jokes they're always bad
but they're not as bad as this

come join us in a prayer
we'll be waiting waiting where
everything's ending here

and all the spanish candles unsold
away have gone to this
and a "run-on piece of mount on"
trembles, shivers, runs down the freeway
i guess she spent her last quarter randomly
i guess a guess is the best i'll do
last time last time
was the best time...
we spent randomly


 


 


C'è una persona che gira per il web. E' per colpa sua se oggi ascolto gli XIU XIU e li giudico positivamente e spesso, quando scrivo, mi trovo a citarlo inconsapevolmente.




Un po' di tempo fa scrisse: niente in questo momento della mia vita, centrale e perciò unica, può negarmi la consapevolezza e la fiera presa di posizione insita nel riconoscere di aver sprecato i miei 15 anni in amore e musica complessa, quando dovrei aver avuto relazioni a basso costo e heavy metal


 





C'ho pensato parecchio anch'io.


 



Ma penso anche che ormai sia troppo tardi, e che i Sigur Ròs siano entrati in circolo e stiano danzando allegramente con i Thee Silver Mt. Zion e i Piano Magic e che fermarli ora sarebbe stupido, e io non li fermerò, non mi fermerò, sempre dritto, una spada direbbe bubu, un treno che avanza in corsa contro quel muro.






Metto su i Vito, ancora una volta, e fanculo.


 




Fanculo voi che (*NON*) leggerete queste righe, e penserete che stia solo parlando di musica.





Fanculo.











Ma la domanda del giorno è: Perchè scrivere cose che nessuno capisce su di un blog che nessuno legge?




 


 


 


 




Fraenk, love and post-rock

mercoledì 15 febbraio 2006

Time to say goodbye


 


Speravo che avrei avuto più tempo per scrivere questo post di saluto. In realtà tra 2 ore e mezza il mio aereo partirà e io sto ancora trafficando con i bagagli.


A presto, su queste pagine!