venerdì 9 settembre 2011


Tutto si perde, in questo cielo color latte.



 



Non c'è bellezza qui, o non c'è bellezza nei miei occhi, poco cambia.



 



Tutto si perde, tutto sta finendo, qui.



 



 



 



 



Sembra il suono di un'onda, da un mare troppo lontano per essere raggiunto. Ma proverò ancora a navigarlo. E dormirò fuori, in una tenda, in questa terra così poco familiare, finché una nuova alba straniera irromperà.



 



Let's try again.


venerdì 12 agosto 2011


Da quando sono arrivato qui ho mal di schiena.

Questa premessa era fondamentale, anche se credo che ben pochi di voi ci crederanno.



Esattamente tra la scapola destra e la colonna vertebrale. Va a momenti, credo sia l'aria condizionata, o il continuo cambio caldo/freddo, o l'umidità, che diamine ne so.



Comunque è fastidioso.





L'ho detto ad un collega, il quale mi ha detto: ma perché non ti vai a fare un massaggio? Qua è pieno, sono bravi, ti rimettono al mondo.



Niente risatine da "eh eh, sto cazzo de fraenk, pure i massaggi", l'ho fatto per puri scopi sanitari.



Non capisco perché nessuno mi creda.

O forse sì, lo capisco benissimo. Ma vabbè.



Mi è stato consigliato il Thai Odissey e lì sono andato, all'interno di uno dei mille mila centri commerciali di Kuala Lumpur.

Appena entrato la graziosa signorina mi indica un cartoncino con le varie modalità di massaggio. Le dico che mi fa male la schiena, provo ad indicarle il punto, a spiegarle qualcosa.



Nemmeno un cenno, mi guarda impassibile e mi indica il cartoncino.

Devo scegliere io.



Noto subito: Relaxing massage agli olii ed erbe aromatiche, un'ora e mezza di durata.



Cosa potevo scegliere io? Ovviamente il "classical thai massage", perché dico "non mi fido di erbe ed infusi, andiamo sul classico e sicuro".



Certo.



La gentile signorina cede il posto ad una ragazza decisamente più bruttina. Per quel poco che mi è dato di capire, le malesi sono proprio il genere di ragazza "brutta ma simpatica". E infatti questa ragazza che non capisce una parola di inglese - ma ormai devo ammetterlo, è il mio inglese ad essere incomprensibile ai più - sorride in continuazione ad ogni mio goffo movimento.

Dopo un'accurata e rilassante pulizia dei piedi, mi accompagna in una stanza con un materasso durissimo, mi fa mettere una specie di pigiama e mi fa sdraiare a pancia in alto.



E lì inizia la tortura.



Ogni arto è sottoposto ad ogni genere di pigiatura, flessione, piegamento, contorsione, stiramento, con tutte le parti del corpo possibili, mani, piedi, ginocchia, gomiti, avambracci.

Prima le gambe, una per una, poi le braccia, poi si passa alla schiena.



Si passa dal paradiso all'inferno nel giro di pochi secondi. Quando le dita di quella malese - sempre bruttina e nemmeno più tanto simpatica - si conficcano alla base del mio collo e mi strizzano ogni nervo possibile, mi trattengo a fatica dal gridare.



Solo un pensiero mi conforta: "meno male che ho preso il pacchetto di un'ora!!"



Quando la tortura cino-tailandese finisce, la ragazza si dilegua tra mille inchini.

Mi alzo dal letto ed una fitta alla schiena mi avvisa che è stato tutto completamente inutile - qualora non l'avessi capito. Fottute cure orientali.



Solo un dubbio mi perseguita da allora: ma perché diavolo non ho scelto il "relaxing massage"?!




 



Epilogo: Quando ho raccontato questa storia ad un (altro) collega, mi ha detto: "ma tu sei scemo?! ma non sapevi che roba era il massaggio thailandese!?". No, evidentemente non lo sapevo.

 



Epilogo 2: Il giorno dopo mi sono svegliato con i muscoli tonici e attivi come non li sentivo da tempo (dannata vita sedentaria). Forse i tailandesi non sono poi così scemi.

E comunque ho pagato 20 euro per un'esperienza che non ripeterò mai più, quindi ci sta.


 



E ovviamente il "relaxing massage" agli olii e erbe aromatiche prima o poi lo faccio.


martedì 9 agosto 2011

lunedì 8 agosto 2011


Abbiamo camminato, abbiamo visto cose, abbiamo fotografato.



Sono stanco ma non è tardi, sono appena le 22.00: giusto il tempo di una telefonata, un'e-mail e poi via sotto le coperte. Magari domani mi alzo presto e vado a farmi un bagno in piscina, chissà che non riesca finalmente ad andarci dopo 2 settimane in un albergo a 5 stelle dotato di tutti i comfort.



Poi noto un biglietto sulla scrivania.



"Dear sir,

my name is Natasha"



- eccola là... -



"I clean your room everyday since u check in..."



- eccola là....se lo scopre Bene sono rovinato... -



"may I know your feedback about my clendines (?!) and my servis..."



- ?!? -



"I hope u can read something for me, this caud for your comment sir..

Have a nice day"



Non c'è che dire. Un po' strana come dichiarazione d'amore.





Sollevo il biglietto e noto il foglio "comment card" dello sheraton con cui valutare i servizi offerti dai ogni singolo dipendente dello sheraton.



E capisco.



 



Prendo carta e penna.



"Dear Natasha,

the cleaning of the room is perfect and I will be happy to communicate it with the comment card.

I only ask you a favor:"

















- no, nessun servizietto extra, sono un bravo ragazzo io!! -



 



 



 



 



 



 



 



 



"is it possible to have more of those fantastic mint chocolates???



Thank you in advance and have a nice day"



 



 



 





Speriamo capisca.



 











E speriamo pure che non mi caccino dall'hotel.


mercoledì 3 agosto 2011



Qualcosa di divertente comunque c'è. 

Ad esempio i tassisti.



Come anticipavo la settimana scorsa, ogni giorno mi devo fare la tratta albergo -> aeroporto e ritorno, circa mezz'ora di taxi per viaggio. 



E ovviamente ogni giorno si fanno gli stessi discorsi con i tassisti: "sono un ingegnere informatico italiano, lavoro per i sistemi di controllo del traffico aereo, sì, ogni giorno mi faccio mezz'ora di taxi per andare a lavoro, ecc..."



Non so perché, forse lo fanno per prendermi in giro, ma giuro che tutti - soprattutto quelli dei taxi notturni - rispondono ad ogni mia affermazione con un "ooooohhhhh" con lo stesso tono degli omini verdi di toy story.



A pensarci bene, sì, evidentemente mi prendono in giro.



Ma il dialogo migliore è stato probabilmente quello dell'altra sera.



"Di dove sei?"

"Sono italiano, di Roma"

"Ooooohhhhhh....mi piacete voi americani..."

"Ma non sono americano, sono italiano!"

"Oooooohhhhhh...vabbé, è uguale....voi mi piacete...siete molto meglio dei negri (ha detto proprio "negro") africani"

"Emm....sì...beh...anche a me i malesi sono simpatici..." (vabbè, che potevo dire?? Tra l'altro avrò fatto anche una gaffe perché era mezzo indiano...)

"Sai cosa mi piace di voi? I dollari!"

"Ma sono italiano! Non abbiamo i dollari, abbiamo gli euro!"

"Ooooohhhh...gli euro! Mi piacciono anche gli euro!"



 


Nel dubbio non gli ho lasciato nessuna mancia.

 



Per il resto le cose vanno bene. Il fine settimana scorso siamo stati a Malacca, la città più storica della Malesia, patrimonio dell'Unesco*. E mi sono giocato così quella che probabilmente sarà l'unica giornata libera di questi 20 giorni malesi. Vabbé, ci saranno altre occasioni per visitare questa nazione, sperando di riabilitarla un po' ai miei occhi. **



 



* quanto più visito i patrimoni dell'umanità, tanto più mi chiedo cosa diavolo si fumino quelli dell'unesco. Ma sicuramente sono io che non capisco l'Arte.

** non lo dite a nessuno....ma ho la forte sensazione che tra qualche mese dovrò replicare questo fantastico viaggio nel lontano oriente...



sabato 30 luglio 2011


Prima osservazione: ma la stagione delle pioggie non iniziava a Novembre?? Qui è un continuo diluvio, alla faccia di chi come me si immaginava la malesia come un posto tutto sole, divertimento e cocktail sulla spiaggia.


E ovviamente scende acqua a secchiate in particolare di sabato, quando avevo deciso di prendermi il pomeriggio di libertà per girare un attimo la città.

 


Seconda osservazione, che però deriva dalla prima e quindi chiamerò

Prima osservazione bis: ovviamente non ho l'ombrello. Ma se a Roma troviamo ad ogni angolo della strada centinaia di marocchini pronti a rifornirci, 
chi diamine vende gli ombrelli in malesia?? Evidentemente il Marocco è troppo lontano.

E mò che faccio?


 


Seconda osservazione vera: ma che è sto traffico? Senza alcuna forma di razzismo, nel mio snobismo occidentale il popolo malese mi sembra molto più adatto a fare una vita rilassata (sole, divertimento e cocktail sulla spiaggia) piuttosto che ad immergersi in questo trambusto di macchine e clackson che manco la nomentana nell'ora di punta.

 


Terza osservazione: il cibo. Credo non esistano malesi grassi. O meglio: credo non possano esistere persone che mangiano come sfondati queste...cose piene di spezie e sapori strani. Per fortuna, dopo giorni di torture, ho ritrovato un vecchio amico.




Ecco perché ora scriverò uno spassionato


 


INNO AL MC DONALD'S®


 


Il McDonald's® non ti tradisce mai.

Viene in tuo soccorso sempre, che tu sia ad Ostia o a Kuala Lumpur, a Madrid o negli States. 
Quando sei nei guai fino al collo e non sai come uscirne, lui c'è. Con le sue buonissime patatine di plastica ed i suoi mille panini diversi e sempre uguali a sé stessi.


 


 


Puoi trovare lo stesso sapore in ogni angolo del mondo - capisci il portento?


Che tu sia in messico o in islanda, puoi assaporare lo stesso McFlurry® che ha accompagnato le innumerevoli serate con i tuoi migliori amici passate a studiare piani per la conquista del mondo.

E questo è confortante, apre le frontiere di ogni nazione rendendo ogni posto più familiare.

Non ci sarei venuto in Malesia se non ci fosse stato il 
McDonald's®.

Perché il McDonald's® è affidabilità.

Il McDonald's® è sicurezza.


Il McDonald's® è casa.



 


 


 




 


 


Ma voglio tener fede alla mia promessa, avevo detto che avrei parlato bene di questo posto e lo farò, nonostante tutto.

Dunque: i bagni dello sheraton di kuala lumpur sono in assoluto i bagni più confortevoli che abbia mai provato.


Il water è un autentico prodigio. Ho dovuto fare un video che vi mostrerò a Roma per spiegarvi questo miracolo della tecnologia idraulica.



 


Ed inoltre, un McMenu® costa qualcosa come 2 euro e 50 cent. Wow.




 


Fine dei pregi.




 


Ah, tra l'altro una delle poche caratteristiche positive che avevo indicato nel precedente post si è rivelata essere una mera illusione. 


I cioccolatini alla menta erano solo uno (splendido) benefit di benvenuto.



 


Sto pensando di fare il check-out ogni giorno per ripresentarmi in albergo ogni sera.



Così dovrei fregarli.

martedì 26 luglio 2011


E poi rieccoci qui.


Di nuovo on-line. Di nuovo a raccontare.


Pensavo di essere giunto per la prima volta in vita mia al di sotto dell'equatore dal momento che l'acqua del water gira in senso orario. Una delle tante cose della vita che mi hanno insegnato i Simpson, anche se sembra essere una bufala.


Kuala Lumpur sono grattacieli e palazzoni nati in mezzo alle piante, come fossero il frutto del lavoro di un giardiniere folle e geniale. Ed è una città GRANDE, o almeno così mi è sembrata nell'infinito viaggio che ho fatto ieri dall'aeroporto  all'albergo.


 


I malesi sono gentilissimi ma il loro inglese è terrificante e se lo noto io è evidente che i loro problemi sono seri. Ultimamente sono diventato stranamente insofferente verso le persone che non si fanno capire in inglese, o per meglio dire, verso le persone che non si fanno capire da me. E questo include ovviamente i malesi ma anche gli inglesi madrelingua.


Sto leggendo "Una cosa divertente che non farò mai più" di Wallace dove tra le altre cose il buon David Foster (pace all'anima sua) parla della sua passione per i cioccolatini alla menta che puntualmente una donna delle pulizie lasciava sul suo letto in una cabina della nave da crociera extralusso Nadir. Appena entrato in stanza ho trovato gli stessi cioccolatini (cioccolatini alla menta!) sul mio letto ed inevitabilmente ho pensato al motto della Nadir: "lasciatevi viziare".

Peccato che qui non funzioni nulla: dall'inglese dei malesi, alla connessione internet dell'albergo, dal telefono al mio bancomat. Ecco, soprattutto quest'ultima mancanza mi pone un serio interrogativo:


come faccio a sopravvivere in Malesia per 2 settimane con 200 euro dovendo pagarmi ogni giorno un viaggio in taxi albergo --> aeroporto --> albergo?


 


A proposito del telefono: appena arrivato in albergo, nella disperazione derivante dall'avero constatato che internet non funzionava e probabilmente il mio cellulare non riceveva messaggi e telefonate (nessuna comunicazione dai miei genitori in tutto il giorno? possibile?), ho provato a contattare la mia famiglia telefonicamente.


Ho telefonato nell'ordine a: mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella, di nuovo mio padre, di nuovo mia madre, l'altro mio fratello, l'altra mia sorella. Gli ultimi numeri li digitavo inveendo ad alta voce (con l'evidente

intenzione di essere sentito) contro la Malesia, lo Sheraton e Sankokan.

Ogni numero è risultato occupato o non raggiungibile o non ha ottenuto risposta.


Quando, telefonando a mia sorella, ho finalmente ottenuto risposta, ho avuto il piacere di conversare con uno sconosciuto che cercava un certo Gerardo.



E giù insulti a Salgari.






Ora va meglio, sono finalmente con i miei colleghi in una grande sala silenziosa che sarà la nostra casa nei prossimi giorni e le cose non vanno poi così male.

Appena avrò tempo parlerò di questo posto in termini più positivi, promesso.