lunedì 24 dicembre 2007

La prima volta che lo feci fu per caso. Avevo il disco dei polar - a letter for the stars, chiaramente - masterizzato e mi era appena arrivato dalla spagna l'originale. E quello che feci, fu lasciare la copia masterizzata sul muretto di una scuola elementare vicino casa.



Esattamente tre anni fa.



Pioveva quella sera. Lo ricordo bene, perchè la custodia del cd era ancora lì, la mattina dopo, completamente bagnata. Dubito che qualcuno sia mai riuscito ad ascoltare la bellezza delle note impresse in quel cd, e fu un peccato.



L'anno successivo i dischi lasciati sono diventati 4. Ricordo ancora i titoli. A letter for the stars, e non poteva essere altrimenti, ma anche i due dischi che formavano Kicking television degli inarrivabili Wilco e Good morning spider, piccola grande gemma firmata Sparklehorse. I dischi quell'anno non si limitarono ad essere ritrovati per piazza bologna ma furono anche lasciati dalle parti di via Cavour, vicino la mia facoltà.



Cosa facessi il 24 sera a San Pietro in vincoli, non vi è dato sapere.





Il 2006 è tornato ad essere l'anno dei Polar. Cinque copie di quello stesso disco abbandonate in cinque diversi posti, sempre in zona piazza bologna. La grande novità fu che lasciai una traccia, per la prima volta.

Lasciai assieme al cd l'indirizzo di questo blog, ed un ragazzo particolarmente avventuroso lasciò un commento. Il disco sembra essergli piaciuto. O almeno ha gradito l'idea. Poi è sparito, certo, ma almeno ci ha lasciato con la consapevolezza che la nostra non è pura pazzia.



E allora ci riproviamo. Ancora una volta. La quarta volta.



Il cd "a letter for the stars" è pronto. Questa volta lo accompagneranno "O" di Damien Rice - scelto per l'occasione da mia sorella - "Black Sheep Boy" degli Okkervil River - per puro autoreferenzialismo - e temo nessun altro, perchè il tempo stringe drammaticamente.

Spero gradiate, anche se quest'anno sono stato meno generoso degli anni passati.





Con l'augurio di un Santo Natale 2007 a tutti.

martedì 18 dicembre 2007

Uno dei tanti motivi per cui amo i Radiohead, è che fanno cose che non ti aspetteresti.

Mai.



Per dire, la più bella canzone di In Rainbows non fa parte di In Rainbows.







Last Flowers



appliances have gone berserk

i cannot keep up

treading on people's toes

snot-nosed little punk



and i can't face the evening straight

and you can offer me escape

houses move and houses speak

if you take me there you'll get relief, believe, relief, believe



and if i'm gonna talk

i just want to talk

please don't interrupt

just sit back and listen



cos i can't face the evening straight

and you can offer me escape

houses move and houses speak

if you take me there you'll get relief, believe, relief, believe

relief, believe



it's too much, too bright, too powerful

too much, too bright, too powerful

too much, too bright, too powerful

too much















Accadono cose strane, ultimamente.

venerdì 14 dicembre 2007

Visto che ieri siamo andati fino a Fiuggi per vederli dal vivo, vi segnalo il MySpace degli Alfa-d.

Vale a dire, il gruppo di un mio amico dell'università. Ma se non pensassi che merita davvero non ve lo segnalerei (e non sarei andato fino a Fiuggi per sentirli sapendo che sarei tornato alle 2.30)



Non fanno canzoni immortali. Ma belle canzoni, quello sì, di un pop semplice e assolutamente non pretenzioso.



Godibili.



Da queste parti siamo parecchio affezionati a "the summer of my life" e "this life you see".

Così, giusto per dirlo.



E poi ieri hanno piazzato pure una scaletta che te la raccomando, alternando pezzi loro a Wish you were here a pezzi di Damien Rice a Sweet home Alabama a Nada de esto fue un error a un sacco di altra roba.





A questo punto, venerdì prossimo bissiamo.

sabato 8 dicembre 2007

Per tutti coloro i quali non se ne fossero accorti, questo blog ha recentemente festeggiato i 10.000 refresh dell'home page.



Risultato sorprendente ed inatteso.



Da un po' di tempo mi domandavo: ma le persone che incappano in queste pagine...da dove vengono? E cosa diavolo cercano??



Per risolvere questo dilemma, ho installato circa un mese e mezzo fa uno script che mi ha permesso di monitorare gli accessi a questo blog.

In sostanza: sì, vi stavo studiando.



I risultati sono estremamente interessanti.



Il dato che più colpisce sono sicuramente quei "147 hits" provenienti da un blog purtroppo defunto: quello del grandissimo Pjr. Chi sia questo misterioso lettore che mi segue con tanto interesse è difficile a dirsi.

Forse - ma lo dubito - si tratta dello stesso Pjr, l'unica vera "vecchia guardia" di questo blog.

O forse si tratta di qualche mio vecchio compagno di liceo (Mary?), o ancora potrebbe essere l'utentessa anonima che tempo fa lasciò qualche commento. Chiunque sia, salutiamo calorosamente.



Oltre a quei 147 click, e ad un'altra manciata proveniente dai vari foruming, blog della settimana bianca e altri forum ai quali sono iscritto, colpiscono le molte ricerche assurde che hanno portato dei poveri viandanti del web da queste parti.



Tra tutte, ho raccolto quelle che credo essere le più interessanti e significative:





- "si sono fottuti mia moglie"


Questa è in assoluto la frase che mi ha lasciato più interedetto. L'autore della ricerca stava cercando di manifestare il suo disappunto per essersi trovato privato della propria coniuge? (interpretando quel "fottuti" come "fregati" o "rubati")

Oppure il suo era uno sfogo di rabbia per l'essersi scoperto cornificato da colei che un tempo gli aveva giurato amore eterno? (in quel caso il termine "fottuti" ha ben altro significato)

Ma soprattutto, perchè affidare una frase del genere ad un motore di ricerca??? Ai posteri l'ardua sentenza.



- "inculare la prof"

Continuiamo la rassegna con un altro doppio senso. Stavolta ignoriamo il lato volgare della frase e rispondiamo con un classico: fogliettini tra le gambe.

Poche professoresse sarebbero così ardite da uscirsene con un "mi faccia vedere un po' cos'ha lì tra le gambe!" in caso vi sgamassero.



- "da che terminal parte la ryanair a madrid"

Dal terminal 1. Ora lo so.



- "chi siamo da dove veniamo e dove stiamo andando cosa ci fa capire?"

A volte me lo chiedo anch'io. Non so da dove vieni, ma chiunque tu sia faresti bene ad andare da uno psichiatra. Ed in fretta, anche.

Cosa ti fa capire?



- "mi sono rotto ilcazzo con mia moglie"

Voglio sperare che l'autore sia lo stesso de "si sono fottuti mia moglie" (ma anche in questo caso sarebbe preoccupante la cosa).

Ad ogni modo, l'istituzione del matrimonio è in crisi ragazzi.



- "aronica moglie", "moglie pandev", "foto moglie cicinho"

Tre ricerche a pochi giorni di distanza. Questa è perversione. Consiglio lo stesso psichiatra di cui sopra.



- "FOTO INIMMAGINABILI" e "OCCHIALI FIGHISSIMI"

Ho buoni motivi per pensare che queste due ricerche siano state fatte dalla stessa persona. Chiunque tu sia, spero abbia trovato ciò che cercavi.

(...foto inimmaginabili.........?)



- "canti cammino neocatecumenale"

Un tempo c'era un sito che li aveva in formato mp3. Da quando l'hanno chiuso non so nemmeno io dove trovarli, mi spiace.



- "scrutinio della traditio"

Qualcuno che muore dalla voglia di essere scrutinato, evidentemente. Oppure qualcuno in cerca di un questionario svolto da copiare?



- "blog di un erasmus a granada"

Che bello, finalmente qualcuno che ha trovato quello che cercava. Non avremo foto inimmaginabili o occhiali fighissimi, o foto di mogli di calciatori, ma almeno un (ex) erasums a granada sì, ce l'abbiamo.





Bene ragazzi, termina qui il primo appuntamento con la rubrica "i reefers di fraenk - uno spaccato della società moderna".

Il prossimo appuntamento, tra un mese o giù di lì.

sabato 1 dicembre 2007

E' forse la mia poesia preferita di sempre.



Che poi non lo è, una poesia, ma non importa. E non so nemmeno bene cosa dica in molti punti, ma anche così resta di una bellezza abbagliante.



L'ho ritrovata dopo molti anni grazie a bubu. La cercavo continuamente col nome di "Alexander" senza ricordarne l'autore. Non so come abbia fatto, ma il mio dottore in italianistica preferito me l'ha rintracciata.



E l'altro giorno emmesurio me l'ha inviata via e-mail, per farmi "l'ultimo degli in bocca al lupo".





E' chiaro che il minimo che possa fare, è postarla qui.


















I


- Giungemmo: è il Fine. O sacro Araldo, squilla!

Non altra terra se non là, nell'aria,

quella che in mezzo del brocchier vi brilla,


o Pezetèri: errante e solitaria

terra, inaccessa. Dall'ultima sponda

vedete là, mistofori di Caria,


l'ultimo fiume Oceano senz'onda.

O venuti dall'Haemo e dal Carmelo,

ecco, la terra sfuma e si profonda


dentro la notte fulgida del cielo.




II


Fiumane che passai! voi la foresta

immota nella chiara acqua portate,

portate il cupo mormorìo, che resta.


Montagne che varcai! dopo varcate,

sì grande spazio di su voi non pare,

che maggior prima non lo invidïate.


Azzurri, come il cielo, come il mare,

o monti! o fiumi! era miglior pensiero

ristare, non guardare oltre, sognare:


il sogno è l'infinita ombra del Vero.




III


Oh! più felice, quanto più cammino

m'era d'innanzi; quanto più cimenti,

quanto più dubbi, quanto più destino!


Ad Isso, quando divampava ai vènti

notturno il campo, con le mille schiere,

e i carri oscuri e gl'infiniti armenti.


A Pella! quando nelle lunghe sere

inseguivamo, o mio Capo di toro,

il sole; il sole che tra selve nere,


sempre più lungi, ardea come un tesoro.




IV


Figlio d'Amynta! io non sapea di meta

allor che mossi. Un nomo di tra le are

intonava Timotheo, l'auleta:


soffio possente d'un fatale andare,

oltre la morte; e m'è nel cuor, presente

come in conchiglia murmure di mare.


O squillo acuto, o spirito possente,

che passi in alto e gridi, che ti segua!

ma questo è il Fine, è l'Oceano, il Niente...


e il canto passa ed oltre noi dilegua. -




V


E così, piange, poi che giunse anelo:

piange dall'occhio nero come morte;

piange dall'occhio azzurro come cielo.


Ché si fa sempre (tale è la sua sorte)

nell'occhio nero lo sperar, più vano;

nell'occhio azzurro il desiar, più forte.


Egli ode belve fremere lontano,

egli ode forze incognite, incessanti,

passargli a fronte nell'immenso piano,


come trotto di mandre d'elefanti.




VI


In tanto nell'Epiro aspra e montana

filano le sue vergini sorelle

pel dolce Assente la milesia lana.


A tarda notte, tra le industri ancelle,

torcono il fuso con le ceree dita;

e il vento passa e passano le stelle.


Olympiàs in un sogno smarrita

ascolta il lungo favellìo d'un fonte,

ascolta nella cava ombra infinita


le grandi quercie bisbigliar sul monte.





Pascoli, Alexandros





















Alessandro è arrivato alla fine del suo viaggio, alla fine delle sue conquiste, alla fine del mondo. E contempla davanti a sè l'ultimo fiume, Oceano senz'onda, che circonda la terra, secondo le mappe di quel tempo.





Non c'è più altra terra per lui da conquistare.













E' un'immagine bellissima.















Mi viene da dire: infinita.









Alessandro, il Grande Alessandro, sulla riva dell'Oceano, con negli occhi più nulla da conquistare, nessuna terra, nessuna avventura, nessun destino.








Ha conquistato tutto.









E di fronte a tutto questo, Alessandro - il Grande Alessandro - piange.





Piange "poi che giunse anelo", piange dai suoi due occhi di colore diverso, piange perchè la brama di conquista dentro lui non si è ancora sopita e stavolta deve arrendersi, non può fare più nulla, non può seguirla oltre.



E tutto ciò che cercava in quel suo viaggio di conquista, qualunque cosa fosse, credo non l'abbia trovato.

E quindi, gli viene da dire,






Era miglior pensiero

ristare, non guardare oltre, sognare:


il sogno è l'infinita ombra del Vero.






Non credo che ci sia verità in queste parole, sarei uno stupido a pensarlo.

Ma c'è una poesia che mi lascia senza fiato.






Oh! più felice, quanto più cammino

m'era d'innanzi; quanto più cimenti,

quanto più dubbi, quanto più destino!








Non riesco a commentarla, non c'è niente da fare.

Parla da sè.



La rileggo dieci, cento volte ed è inutile, non ci sono parole che non siano quelle che Pascoli ha usato, non si può dire nulla di più. E' da folli pensare di aggiungere qualcosa.































Lo ripeto: è solo un'immagine, e ha l'infinito addosso.



































































































Oggi ho passato il mio ultimo esame di ingegneria informatica.