Pensavate che, e invece...
"E' un segno" mi ripetono. "E' un segno".
Un professore che non mi fa sapere quando potrò fare l'esame.
"E' un segno"
A due giorni dalla partenza.
"E' un segno"
Forse è vero.
"E' un segno"
Forse è un segno veramente, dal momento che se partissi dovrei comunque tornare per dare nuovamente l'esame di elettronica, e poi tornare per dare la laurea, e poi tornare definitivamente qui, perchè è qui che abito. Cioè: che razza di erasmus sarebbe?
E così, dopo che i preparativi erano stati fatti, con in mano i biglietti dell'aereo (100€ spesi benissimo, devo dire), fatti i saluti del caso - su tutti il povero PJR che ha passato un'oretta con il sottoscritto alle poste di piazza bologna ad attendere Mary - praticamente con un piede sull'aereo..."FERMO LA'!"
Tutto rimandato.
Tutto da rifare.
Il complesso meccanismo che porta un povero studente di ingegneria a vivere e studiare all'estero si inceppa. Sembra assurdo, ma succede. Tutta quella storia fantastica che avevi tra le mani si sfilaccia e d'improvviso non resta nell'aria che il sapore amaro dei sogni dissolti al risveglio.
Mica è la fine del mondo, certo. Non parti adesso, parti a febbraio. Che sarà mai?
Però un po' di amarezza rimane sempre.
Resto qui ragazzi. Almeno fino a febbraio.
Poi si vedrà.