venerdì 12 agosto 2011


Da quando sono arrivato qui ho mal di schiena.

Questa premessa era fondamentale, anche se credo che ben pochi di voi ci crederanno.



Esattamente tra la scapola destra e la colonna vertebrale. Va a momenti, credo sia l'aria condizionata, o il continuo cambio caldo/freddo, o l'umidità, che diamine ne so.



Comunque è fastidioso.





L'ho detto ad un collega, il quale mi ha detto: ma perché non ti vai a fare un massaggio? Qua è pieno, sono bravi, ti rimettono al mondo.



Niente risatine da "eh eh, sto cazzo de fraenk, pure i massaggi", l'ho fatto per puri scopi sanitari.



Non capisco perché nessuno mi creda.

O forse sì, lo capisco benissimo. Ma vabbè.



Mi è stato consigliato il Thai Odissey e lì sono andato, all'interno di uno dei mille mila centri commerciali di Kuala Lumpur.

Appena entrato la graziosa signorina mi indica un cartoncino con le varie modalità di massaggio. Le dico che mi fa male la schiena, provo ad indicarle il punto, a spiegarle qualcosa.



Nemmeno un cenno, mi guarda impassibile e mi indica il cartoncino.

Devo scegliere io.



Noto subito: Relaxing massage agli olii ed erbe aromatiche, un'ora e mezza di durata.



Cosa potevo scegliere io? Ovviamente il "classical thai massage", perché dico "non mi fido di erbe ed infusi, andiamo sul classico e sicuro".



Certo.



La gentile signorina cede il posto ad una ragazza decisamente più bruttina. Per quel poco che mi è dato di capire, le malesi sono proprio il genere di ragazza "brutta ma simpatica". E infatti questa ragazza che non capisce una parola di inglese - ma ormai devo ammetterlo, è il mio inglese ad essere incomprensibile ai più - sorride in continuazione ad ogni mio goffo movimento.

Dopo un'accurata e rilassante pulizia dei piedi, mi accompagna in una stanza con un materasso durissimo, mi fa mettere una specie di pigiama e mi fa sdraiare a pancia in alto.



E lì inizia la tortura.



Ogni arto è sottoposto ad ogni genere di pigiatura, flessione, piegamento, contorsione, stiramento, con tutte le parti del corpo possibili, mani, piedi, ginocchia, gomiti, avambracci.

Prima le gambe, una per una, poi le braccia, poi si passa alla schiena.



Si passa dal paradiso all'inferno nel giro di pochi secondi. Quando le dita di quella malese - sempre bruttina e nemmeno più tanto simpatica - si conficcano alla base del mio collo e mi strizzano ogni nervo possibile, mi trattengo a fatica dal gridare.



Solo un pensiero mi conforta: "meno male che ho preso il pacchetto di un'ora!!"



Quando la tortura cino-tailandese finisce, la ragazza si dilegua tra mille inchini.

Mi alzo dal letto ed una fitta alla schiena mi avvisa che è stato tutto completamente inutile - qualora non l'avessi capito. Fottute cure orientali.



Solo un dubbio mi perseguita da allora: ma perché diavolo non ho scelto il "relaxing massage"?!




 



Epilogo: Quando ho raccontato questa storia ad un (altro) collega, mi ha detto: "ma tu sei scemo?! ma non sapevi che roba era il massaggio thailandese!?". No, evidentemente non lo sapevo.

 



Epilogo 2: Il giorno dopo mi sono svegliato con i muscoli tonici e attivi come non li sentivo da tempo (dannata vita sedentaria). Forse i tailandesi non sono poi così scemi.

E comunque ho pagato 20 euro per un'esperienza che non ripeterò mai più, quindi ci sta.


 



E ovviamente il "relaxing massage" agli olii e erbe aromatiche prima o poi lo faccio.


martedì 9 agosto 2011

lunedì 8 agosto 2011


Abbiamo camminato, abbiamo visto cose, abbiamo fotografato.



Sono stanco ma non è tardi, sono appena le 22.00: giusto il tempo di una telefonata, un'e-mail e poi via sotto le coperte. Magari domani mi alzo presto e vado a farmi un bagno in piscina, chissà che non riesca finalmente ad andarci dopo 2 settimane in un albergo a 5 stelle dotato di tutti i comfort.



Poi noto un biglietto sulla scrivania.



"Dear sir,

my name is Natasha"



- eccola là... -



"I clean your room everyday since u check in..."



- eccola là....se lo scopre Bene sono rovinato... -



"may I know your feedback about my clendines (?!) and my servis..."



- ?!? -



"I hope u can read something for me, this caud for your comment sir..

Have a nice day"



Non c'è che dire. Un po' strana come dichiarazione d'amore.





Sollevo il biglietto e noto il foglio "comment card" dello sheraton con cui valutare i servizi offerti dai ogni singolo dipendente dello sheraton.



E capisco.



 



Prendo carta e penna.



"Dear Natasha,

the cleaning of the room is perfect and I will be happy to communicate it with the comment card.

I only ask you a favor:"

















- no, nessun servizietto extra, sono un bravo ragazzo io!! -



 



 



 



 



 



 



 



 



"is it possible to have more of those fantastic mint chocolates???



Thank you in advance and have a nice day"



 



 



 





Speriamo capisca.



 











E speriamo pure che non mi caccino dall'hotel.


mercoledì 3 agosto 2011



Qualcosa di divertente comunque c'è. 

Ad esempio i tassisti.



Come anticipavo la settimana scorsa, ogni giorno mi devo fare la tratta albergo -> aeroporto e ritorno, circa mezz'ora di taxi per viaggio. 



E ovviamente ogni giorno si fanno gli stessi discorsi con i tassisti: "sono un ingegnere informatico italiano, lavoro per i sistemi di controllo del traffico aereo, sì, ogni giorno mi faccio mezz'ora di taxi per andare a lavoro, ecc..."



Non so perché, forse lo fanno per prendermi in giro, ma giuro che tutti - soprattutto quelli dei taxi notturni - rispondono ad ogni mia affermazione con un "ooooohhhhh" con lo stesso tono degli omini verdi di toy story.



A pensarci bene, sì, evidentemente mi prendono in giro.



Ma il dialogo migliore è stato probabilmente quello dell'altra sera.



"Di dove sei?"

"Sono italiano, di Roma"

"Ooooohhhhhh....mi piacete voi americani..."

"Ma non sono americano, sono italiano!"

"Oooooohhhhhh...vabbé, è uguale....voi mi piacete...siete molto meglio dei negri (ha detto proprio "negro") africani"

"Emm....sì...beh...anche a me i malesi sono simpatici..." (vabbè, che potevo dire?? Tra l'altro avrò fatto anche una gaffe perché era mezzo indiano...)

"Sai cosa mi piace di voi? I dollari!"

"Ma sono italiano! Non abbiamo i dollari, abbiamo gli euro!"

"Ooooohhhh...gli euro! Mi piacciono anche gli euro!"



 


Nel dubbio non gli ho lasciato nessuna mancia.

 



Per il resto le cose vanno bene. Il fine settimana scorso siamo stati a Malacca, la città più storica della Malesia, patrimonio dell'Unesco*. E mi sono giocato così quella che probabilmente sarà l'unica giornata libera di questi 20 giorni malesi. Vabbé, ci saranno altre occasioni per visitare questa nazione, sperando di riabilitarla un po' ai miei occhi. **



 



* quanto più visito i patrimoni dell'umanità, tanto più mi chiedo cosa diavolo si fumino quelli dell'unesco. Ma sicuramente sono io che non capisco l'Arte.

** non lo dite a nessuno....ma ho la forte sensazione che tra qualche mese dovrò replicare questo fantastico viaggio nel lontano oriente...