sabato 28 aprile 2007

Feeling like a dead duck




 



Appunti sparsi, sconnessi, presi su un foglio di carta all'aeroporto di Milano.








"...ci guadagno in salute e in qualità della vita..."



Qualità della vita?



Fanculo.






La vita di questo bambino guidato dalla sua povera madre vale molto di più di quella di questo manager in carriera che è ricco, e glielo si legge in volto, assieme al fatto che è infelice.










Ho incontrato Alessandro all'aeroporto [dopo un anno che frequento praticamente abitualmente questo posto lo ammetto una volta per tutte: non so scrivere la parola aeroporto, o areoporto o lo stracazzo che è. La mia mente malata si è immaginata un Fraenk seduto al cospetto di Gerry Scotti mentre quest'ultimo chiede:


"L'aereo è atterrato in un...


A) aeroporto


B) areoporto


C) aereoporto


D) campo di calcetto sopra casa di Fraenk"


A quel punto chiederei l'aiuto del pubblico.


O più probabilmente me ne andrei, in lacrime.] di Granada mentre aspettava di prendere l'aereo per Barcellona, e questo mi ha aiutato a capire.









Era in erasmus anche lui.










Non è più tornato nella sua Milano, come non lo ha fatto Silvia, che ora ha la residenza a Granada, come non lo ha fatto Luca.








Io sì, sono tornato, ma ho lasciato dietro me pezzi di cuore, meticolosamente, perchè come un moderno e affranto pollicino, possa un giorno ripercorrere nuovamente questa strada.


Ritrovarla.



E ritrovarmi.






Non è poesia, è vita cazzo.















I Glendalough apriranno il concerto dei Jethro Tull, ed un fatto così insignificante potrebbe costituire in qualche modo l'ennesimo cambiamento della mia vita.













Status quo. Sono nato per mettere radici, in qualunque luogo mi trovi, ma ho scoperto con il tempo che sono i cambiamenti a farmi sentire vivo davvero. E considerando che non puoi mettere radici su una panchina dell'aeroporto di Milano, credo di essere nel posto migliore per scrivere di questo.



Un giorno capirò.


Capirò del tutto.



Magari capirò perchè faccia così male, quel taglio, nonostante poi sia spaventosamente bello volteggiare nell'aria, volare, volare, e lasciarsi depositare di nuovo, per vedere quelle radici crescere, ancora una volta.


 




E' in quel volo, la bellezza, e la chiave?













Non c'entra nulla con tutto ciò - o forse sì - ma mi è appena venuta alla mente una frase di una canzone dei massimo volume e sto pensando che, nella sua apparente semplicità, è di una potenza unica.







*Erano gli ultimi istanti di quella che da allora in poi avrebbe chiamato la sua vita precedente.*
















Ho un'immagine di me e Giulia, da piccoli.


Chiusi in camera mia, scrivevamo su un foglio articoli di giornale, raccontando storie assurde, divertenti probabilmente solo nella nostra mente di bambini. Quel foglio, poi, lo lanciavamo dalla finestra, perchè il vento e il destino lo portassero ad un passante qualunque, scelto per essere l'unico destinatario del nostro giornale.








Avevamo dieci anni.









Per un attimo ho pensato di fare la stessa cosa ora, con questo foglio.





Ma c'è una differenza da allora, ed è che non sono più un bambino ed ora so che da quella finestra, il nostro foglio si depositava irrimediabilmente per terra e lì restava, fino all'arrivo, fatidico, dello spazzino di turno,









Ho scritto che non sono più un bambino ma questo non è vero del tutto, perchè quando affiderò la versione digitale di queste mie parole a quel blog (cioè adesso) non farò altro che ripetere, per l'ennesima volta anche se in maniera differente, quel rito mai dimenticato.






Crescerò.









Un giorno.

venerdì 27 aprile 2007

Venerdì, 20 aprile 2007


Ore 7.00


 


Mi sento ispirato a perdere tempo, qui, in una caffetteria alla stazione degli autobus di Granada.


Nelle ultime 24 ore ho:


- mandato a puttane il mio 21 in Sistemi Distribuiti


- sostenuto il quarto esame in tre giorni - realizzando probabilmente un nuovo record per il genere umano - alla faccia del CEPU--


- preparato la mia valigia in 20 minuti per imbarcarmi con direzione Madrid


- discusso di Vaticano con un frocio (quanto sono politically uncorrect, nè?) di 54 anni - di cui gli ultimi 8 spesi a fare un cazzo in una casa al centro di Madrid - mentre mi accompagnava in un giro in metropolitana che rischiava seriamente di farmi perdere il pullman per Granada


- conosciuto Luigi, ragazzo pugliese che viva a Granada da marzo per imparare la lingua. Ci siamo presentati correndo, in una strada di Madrid, a due minuti dalla partenza dell'ultimo pullman per Granada disponibile. Con buona probabilità, non lo vedrò mai più.


- scritto su un foglio protocollo di quelli che uso per gli esami un mero elenco delle cose più assurde che mi siano capitate nelle ultime 24 ore, sorseggiando dell'ottimo - manco per il cazzo - cafè con leche


 


 


 


Niente ha veramente senso, in fondo.


 


 


Sta albeggiando. Quando il sole sarà abbastanza alto andrò a bussare alla finestra di Juan.


Per ora mi accontento di smettere di scrivere.





 


 


 


 


 


 


Discorso del giorno:


Fraenk: "Quanto ci vuole ad arrivare a Mendez Alvaro??"


Tassista: "Da qui? Una ventina di minuti almeno..."


Luigi: "E' l'una e dieci! All'una e mezza parte l'ultimo pullman!"


T: "..."


F: "...cazzo..."


T: "....se vi porto in tempo le pagate voi le multe?"


L: "Certo che le paghiamo noi!! Forza!! Vola!!! VOLA!!!!!"

sabato 14 aprile 2007

...SuBlimINaL...suBliMiNAl...sUbLimiNal...




...SubLimiNAl...subLIminAL...


 


 


 


 


 


...SuBlimiNal...


 


 


 


...sUBlimiNAl...


 


 


 


...SuBLiMiNAl...


 


 


 


 


...SuBlimiNaL


 


 


 


 


 


 


Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu


uuuuuuuuuuuuuuhhhhhhhhh


 


 


 


C'è chi suona e sa suonare





C'è chi suona e non sa suonare



 


 




C'è chi suona per suonare





C'è chi suona per digerire


 


 


 


C'è chi suona per mangiare





 


 


 


 



 «Siamo i "Bambini di Cogne"








e questo è il nostro ultimo concerto






perchè




la Franzoni sta per



essere condannata


 


 


 


...speriamo sulla


 


 


 


sedia elettrica.»


 


 


 


 


 


Il Traffic è un buco, l'acustica uno schifo e la """"""""""sala concerti"""""""""" apre alle 23.30.


 


Promemoria: tornarci mai più.


 


 


 


 


 


 


Questo è un post che capiranno due sole persone al mondo - o forse 3.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


Tiburtina Revolution!