venerdì 27 aprile 2012

Pausa.

Urge fare chiarezza, ripartire da zero. O forse partire per la prima volta.


Urge riflessione, (tornare a) imparare a stare da soli.


Urge vivere.

E gli animi dawsoniani come me in questi casi ripartono dagli stupidi elenchi, per fare il punto della situazione.




Uno stupido elenco dei miei sogni da bambino/adolescente, per vedere cosa sono diventato nel frattempo.




Lavorare con i computer, o meglio, capirli.
L'immagine è quella del sottoscritto alle spalle del padre di Daniele mentre armeggia con svariati floppy disk per mettere a posto il mio vecchio 486. La mia laurea sarà valsa almeno a far contento il piccolo fraenk affascinato dal mondo dell'informatica.


Scrivere un libro 
Ci ho provato, quando avevo 15 anni. E' venuta fuori una storia assurda di una decina di pagine che non posso certo chiamare libro. Ne ho iniziate tante altre, in diverse occasioni. Prima o poi ci riuscirò.


Diventare giornalista, o almeno vedere pubblicato un mio articolo
No, giornalista non lo sono diventato. Di sicuro non come Clark Kent nei telefilm di Superman di cui ero fan. Ma almeno ho visto pubblicato un mio articolo su un giornale. Diciamo che mi accontento.


Sposarmi e avere dei figli 
Il punto più dolente della mia vita, probabilmente. Oggi so che fino a che resterà un mio progetto, rimarrà un punto irrisolto.


Studiare psichiatria o psicologia 
Ho fatto un esame di psicologia mentre ero all'università. Non posso dire che sia sufficiente, anche perché il sogno vero sarebbe studiare a fondo la mente umana per cercare di vedere quel confine che tanto mi spaventa tra mente e anima.


Diventare archeologo 
Fottuto Indiana Jones, mi ha traviato.


Viaggiare
Dal primo volo che feci, Marzo 2000, Israele. Allora mi resi conto che il mondo è troppo grande e bello e ricco di storie da ascoltare. Vederlo è un dovere. E, volente o nolente, negli ultimi anni lo sto facendo.


Investire in borsa 
Questo deriva forse dal protagonista de "Il destino del leone", Wilbur Smith. E anche un pochetto da "La 25° ora". Fatto sta che non ci capisco una mazza di Economia, eppure mi piacerebbe capire il mondo della borsa.


Pilotare un aereo
Quale ragazzino non l'ha mai sognato? Io, per pochi secondi, l'ho fatto, giusto un mese fa. Bella emozione.


Fare un grab con lo snowboard
Marilleva 1400. Molti ricordi.


Lanciarmi con il paracadute o, meglio ancora, con un deltaplano 
Poco da dire, prima o poi lo farò.
 Suonare la batteria
Avevo 5 anni, credo. Un poster in camera mia raffigurava i personaggi disney, ognuno alle prese con uno strumento musicale. Lì la vidi per la prima volta, e decisi che l'avrei suonata, prima o poi. Mia nonna promise che me l'avrebbe regalata e visto che lei le promesse le mantiene - cascasse il mondo - quindici anni dopo l'ha fatto. Ovviamente non ho mai imparato a suonarla bene, ma mi ci sono divertito un bel po'.

Fare un'incontro di kick boxing
Noritaka mi ha influenzato terribilmente. Ma anche un pochetto Fight Club. Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto? Mi accontento anche di uno sparring, che spero farò a breve.


Ce ne sarebbero ancora a bizzeffe...diciamo "to be continued"...

martedì 24 aprile 2012

Tutto ciò che vediamo, tutto ciò che sembriamo
non è che un sogno in un sogno soltanto?


Take this kiss upon the brow!
And, in parting from you now,
Thus much let me avow-
You are not wrong, who deem
That my days have been a dream;
Yet if hope has flown away
In a night, or in a day,
In a vision, or in none,
Is it therefore the less gone?
All that we see or seem
Is but a dream within a dream.

I stand amid the roar
Of a surf-tormented shore,
And I hold within my hand
Grains of the golden sand-
How few! yet how they creep
Through my fingers to the deep,
While I weep- while I weep!
O God! can I not grasp
Them with a tighter clasp?
O God! can I not save
One from the pitiless wave?
Is all that we see or seem
But a dream within a dream?
E. A. Poe

mercoledì 18 aprile 2012

There’s plenty of ways to claim his crimes tonight


Conosco questo posto.


Conosco questa oscurità.


Sono già stato qui, in questa stanza senza porte né finestre.


Sono stato qui in un passato non troppo lontano.




Forse è vero che la vita è un loop.






Oggi ho chiamato una persona che non sentivo da anni.


Il telefono ha squillato a vuoto, una volta, due volte, tre volte.
Solleva la cornetta.
Quattro volte, cinque volte.
Solleva la cornetta, ed oggi tornerò ad emergere dal tuo passato.


Ho scelto, finalmente ho scelto di grattare via la ruggine dei problemi che abbiamo conosciuto.


Sei volte, sette volte, otto volte.
Solleva la cornetta e rispondimi, voglio tornare ad emergere dal tuo passato, oggi.


Non è importante quello che ci siamo detti, non è importante quello che abbiamo pensato.


Conta solo questa stanza, senza porte né finestre, da cui non usciremo mai.






Il resto è solo
conseguenza.