martedì 13 giugno 2006

Ore 10.42
11/06/2006


 


Tranquillamente nella top 3 dei migliori fine settimana di sempre, e ancora non è finita.


 



 


 



Riprendiamo un po' il filo da dove l'avevo lasciato...dalle 13.30 in effetti ho studiato, come avevo scritto - eccezion fatta per un'altra pennichella digestiva tra gli occhi sbigottiti ed increduli dei passanti. Alle 17.30 la prova audio diventa più consistente e dai versi gutturali riportati sopra si passa all'uso di chitarre e batteria.


 


Poche note per rendermi conto che i Polar sono arrivati.


 


Mi alzo dalla mia panchina, chiudo il computer e mi dirigo nel backstage, fortunatamente aperto e vigilato da un solo guardiano un po' assenteista. Quando scendono dal palco mi dirigo a passo incerto verso il batterista e mi presento: "Jesus? Sono francesco, il ragazzo italiano che ti ha scritto un po' di e-mail"
Ecco, a dirla tutta mi sarei accontentato anche solo di questo.


Semplicemente stringergli la mano e ripetergli a voce quanto fossi innamorato di quel "A letter
for the star", piccola gemma nascosta nell'oceano (mare) della musica indie.


 



E invece.


 


E' contentissimo di conoscermi, mi offre una birra e si inizia a parlare.  Di musica.


E anche un po' di vita.


Un'ora e mezza dopo siamo ancora lì al banco, discutendo dei Low che dovevano andare a Benicassim e suonare come ospiti in un loro disco e invece poi non s'è fatto più nulla, fondamentalmente perchè sono degli idioti.



E' ora di sederci un po' e chiacchierare con gli altri elementi della band per  un'altra oretta abbondante nella quale mi rimediano un invito per il backstage.


 


"E' il minimo che possiamo fare per un'italiano venuto da Granada per vederci"



Inizia il festival, ma ad aprirlo sono due gruppi di trash-death-nu-metal che ci risparmiamo tranquillamente per gustarci le leccornie preparate nel camerino dei polar.


 


 






Poi, finalmente, arriva il loro momento ma questo evito di descriverlo, semplicemente
perchè le mie parole non saranno mai sufficienti.




 


 


 


 


 


 




Il resto del festival prosegue così, avanti e indietro tra backstage e pubblico, ridendo e scherzando con tutti - elementi della band, staff e gente varia - finchè arriva il momento dei saluti.


Ho un aereo la mattina dopo e devo ancora trovare il modo di arrivare all'aereoporto.


Chiamerò un taxi penso.



Chiamerò un taxi, dico a Jesus, che mi chiede che abbia intenzione di fare.



Ma scusa, ma l'aereo a che ora ce l'hai?


E' la ragazza di Jesus che interviene.


Ehhh, ce l'ho domattina, parte alle 9 e 30.


E' perplessa.


E quindi che fai? Passi tutto quel tempo lì? E dove dormi?


Ehhh...boh...


Ma smettila, vieni a dormire da noi!


O.o


Ma noooo...ma ti pare? Ma non posso accettare..


Ma sì, abbiamo un letto, giusto jesus? C'è quel letto...e domattina ti svegliamo noi, prendi un taxi e vai all'aereoporto!



Ma...ma...


Dai su, andiamo!


 


 


Alle 3.00 ero in casa di Jesus, a contemplare la più vasta, completa e incredibile collezione di musica che abbia mai visto.



Alle 3.33 ero seduto sul letto, il computer tra le gambe, esausto e felice.



Alle 7.20 Jesus mi salutava regalandomi un po' di dischi fuori produzione dei Polar e altri due album che ancora non ho avuto modo di ascoltare.








Grazie Jesus. Come ti ho promesso ci rivedremo.


 


 


E grazie di tutto, Polar.

2 commenti:

  1. tu sei proprio l'uomo più fortunato della terra

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  2. Hai perfettamente ragione, e troppe volte non me ne rendo conto.



    Ma questo blog, anche non aggiornato, resterà sempre, ad imperitura memoria di tutto questo.

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